Esterovestizione di un’azienda è il termine utilizzato per una società regolarmente registrata in uno Stato con un amministratore o soci esteri allo Stato di registrazione
Le società intestate o amministrate da persone estere allo Stato in cui è registrata l’azienda, non possono essere considerate internazionali ma bensì, da alcuni Stati, vengono considerate appartenenti alla nazionalità dello Shareholder (Azionista) o del Director (Amministratore) e quindi soggette alla tassazione di detto Stato a prescindere se il personale o gli uffici sono situati realmente nella Nazione di registrazione mettendo in luce la palese esterovestizione.
E’ una situazione che spesso mette in contrapposizione varie leggi di vari Stati dove esiste il trattato di reciprocità fiscale e che molto spesso ci obbliga ad intervenire con gli uffici legali per poter dimostrare di non aver voluto far fesso il fisco o aver utilizzato un mezzo per pagare meno tasse.
La legge non impedisce ad un cittadino di uno Stato la possibilità di poter rivestire incarichi di prestigio o fondare company estere, a patto di poter dimostrare la non intenzione nell’elusione fiscale del proprio Paese dettata spesso dalla mancanza di occupazione o dal fallimento della propria azienda, con la ferma volontà nel voler ripartire in modi diversi ed in posti dove il business lo si sente maggiormente libero da lacci e laccioli imposti dal proprio governo.
Spesso, per la registrazione di società LTD, viene suggerito l’utilizzo di nominee e cioè personaggi di sostituzione appartenenti allo Stato di registrazione della company, che possono sicuramente porre un freno a tutte le liti tributarie che potrebbero scaturire, ma il problema centrale rimane il fatto di affidare ed iscrivere la propria azienda a nome di perfetti sconosciuti, che, se amministratori effettueranno una procura e se azionisti disporranno un atto fiduciario consentendoci di gestire il nostro business con la massima libertà ma pagando ovviamente una maggiorazione sul costo di registrazione della società.
La miglior soluzione da sempre consigliata, è l’ottenimento di una residenza estera reale e l’iscrizione all’AIRE o altro ufficio preposto al trasferimento fiscale ed alla dichiarazione di effettiva residenza estera, in attesa della nuova cittadinanza dal cui ottenimento si potrà decidere se rinunciare a quella di iniziale appartenenza o mantenerle entrambe a patto di superare i 180 giorni fuori dal proprio Paese e la separazione effettiva dai ceppi di appartenenza (il fisco si attacca a tutto pur di non mollare sulle tasse).
Il trasferimento in altri Paesi è pertanto già di per sé la miglior soluzione che dimostra la reale volontà nel distacco dalla nazione di nascita per poter lavorare nel Paese di nuova residenza al quale saranno dovuti i tributi personali e quelli dell’azienda verranno pagati allo Stato di registrazione senza alcun problema.
L’esterovestizione spesso è dettata anche dalla locazione del sito web aziendale, dove per molti consulenti non è importante il Paese dove è registrato e da chi è registrato, ma per il fisco è già occasione per poter ritenere la società estero-vestita e stabile organizzazione adducendola quindi al 100% come riconosciuta società appartenente al proprio Stato.
Conviene quindi essere attenti e ricordarsi di registrare il sito web con mantainer e provider dello Stato di registrazione della società o appartenenti di nazionalità diversa da quella di appartenenza personale, cercando per quanto è possibile, di utilizzare il multi linguismo e mai la sola lingua di appartenenza originaria per evitare in anticipo un punto dirimente nell’esterovestizione.
É importante tenere presente la differenza che esiste per un’azienda tra la residenza legale e la residenza fiscale.
La società, per esempio, può essere registrata in Spagna ma operare con la sua sede in Gran Bretagna a Londra, dove tutti i contratti e le fatture, verranno emesse in quest’ultimo luogo per motivi di business; ciò determinerà che la sede legale della società è in Spagna ma per la residenza fiscale, le tasse dovranno essere pagate in Gran Bretagna grazie ai trattati contro le doppie imposizioni che spesso alcuni Stati provano ad eludere avendo una fiscalità molto aggressiva.
La perdita della residenza personale fiscale posta nel rispetto delle leggi e senza rischiare diatribe con il fisco della nazione di appartenenza, non consiste nello spostare la propria residenza in un altro Stato a fiscalità più vantaggiosa, ma nel porre i giusti requisiti per una reale emigrazione che non possa essere assolutamente contestata (ci proveranno lo stesso).
Bisogna innanzitutto poter dimostrare allo Stato di destinazione, di poter essere economicamente autosufficienti, ottenere un numero di assegnazione fiscale, avere un contratto di affitto reale e non di comodo in quanto saremo oggetto di controllo da parte delle forze di polizia, aprire un conto corrente bancario ed iscriversi all’AIRE, vivere all’estero con la propria famiglia per più di 180 giorni e pagare le tasse nello Stato di nuovo domicilio e residenza.
Questo ci consentirà di non vedere tacciata la propria azienda di esterovestizione, di pagare le tasse SOLO nel Paese in cui ci siamo effettivamente trasferiti e di interrompere ogni rapporto con il fisco dello Stato di partenza, scherzosamente si dice che è più facile divorziare dalla propria moglie che dal fisco.
Anche il solo fatto di essersi trasferiti da soli e di aver lasciato la propria famiglia (moglie ed eventuali figli) nello Stato di nascita, può dar luogo a controversie legali con il fisco al quale eravamo legati, perché prenderanno in esame addirittura il legame affettivo che potrebbe sembrare un trucco per evadere le tasse e non un motivo per ripartire e ricominciare la vita in un altro luogo.
Quindi, mai firmare un contratto nel Paese di appartenenza ma firmarlo sempre e datarlo nella sede fiscale della propria società, mai cercare di gestire la società dal Paese di nascita ma gestirla sempre in maniera trasparente o da altri Paesi o nel Paese dove è posta la direzione e gli uffici amministrativi e soprattutto, pensare seriamente a trasferirsi per non incorrere in problematiche tributarie
Le soluzioni per realizzare i propri sogni esistono ma, non bisogna improvvisare ed affidarsi a consulenti di provata esperienza
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